Antonio Lotti nasce a Venezia, da Matteo "sonador" e da Marina Gasparini,
figlia di un "barcariol", il 5 gennaio 1667.
Nel 1687 è assunto in San Marco quale cantore aggiunto. mentre è maestro
Giovanni Legrenzi.
Perfeziona la sua preparazione musicale con Ludovico Fuga - maestro di
contrappunto - e nel 1689 entra nella Cappella Ducale come contraltista.
E' aiuto organista nel 1690, organista al secondo organo nel 1692 e dal 1704
diviene titolare al primo organo.
L'attività di operista lo impegna con successo fino al 1717, anno in cui il
Principe di Sassonia lo invita a Dresda con una compagnia di cantanti (tra cui
la moglie Santa Stella ed il celebre Senesino) e strumentisti della Cappella
Marciana.
Nel 1719 torna a Venezia con una 'charozza, così i cavalli, e i suoi fornimenti',
dono del Principe che lascia nella casa di Stra.
Riprende il poso di organista alla Cappella Ducale e si dedica esclusivamente
alla composizione di musica sacra e profana vocale e strumentale.
Fonda in Venezia una celebrata scuola di canto, scrive musica per l'Ospedale
degli Incurabili alle Zattere.
Nel 1736 è nominato Maestro di Cappella con il solito emolumento di ducati 400 e
con l'uso della casa in Canonica.
Alla sua scuola si formano i migliori musicisti del tempo; basta ricordare
Giuseppe Giacomo Saratelli, Domenico Alberti, Girolamo Bassani, Michelangelo
Gasparini, Giambattista Pescetti, Benedetto (?) e Alessandro Marcello,
Baldassarre Galuppi.
Ultimo rappresentante della scuola severa, le sue composizioni sono assai
espressive e ricche di armonie che atirano l'interesse (e le censure) dei
contemporanei.
E' probabilmente di Benedetto Marcello, nel 1705, una "lettera famigliare d'un
Accademico Filarmonico" scritta a confutazione di certe scorrettezze del suo
contrappunto.
Tale critica non sembra però motivata pur avendo una sua giustificazione nelle
inattese soluzioni stilistiche evidenti nelle composizioni del Lotti.
Considerato una delle più notevoli individualità artistiche di quell'epoca la
sua sepoltura, nella Chiesa di San Geminiano - di fronte alla Basilica di San
Marco - oggi dispersa, è una prova della sua fama.
Muore il 5 gennaio 1740.
La maggior parte della sua musica resta tuttora inedita.
Paolo Cammozzo